Berlusconi: «Bertolaso non si tocca,
i pm si devono vergognare»

Guido Bertolaso (foto Percossi/Ansa)
Guido Bertolaso (foto Percossi/Ansa)
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Giovedì 11 Febbraio 2010, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:19
ROMA (11 febbraio) - Bufera sulla Protezione civile dopo l'arresto di 4 persone e l'avviso di garanzia a Guido Bertolaso indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per il G8 della Maddalena poi trasferito all'Aquila.

Berlusconi: Bertolaso non si tocca. Il premier Silvio Berlusconi, uscendo da un negozio d'antiquariato a Bruxelles dopo il vertice straordinario Ue, oggi ha detto: «Bertolaso non si tocca, i pm devono vergognarsi. Queste accuse sono assolutamente infondate, non vere, come al solito».



«Guido aveva mal di schiena, andava da una signora di mezza età». Riferendosi ai verbali dell'inchiesta pubblicati oggi dai quotidiani, Berlusconi dice: «Ho parlato con Bertolaso, so che aveva mal di schiena e andava da una fisioterapista, una signora di mezza età che, tra l'altro, oggi è in ospedale a farsi operare per un problema alla schiena».



«La legge sulla Protezione civile va avanti». Quanto all'opposizione che incalza il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la richiesta di dimissioni, il presidente del Consiglio osserva: «E' uno sport che mi trova assolutamente contrario, più volte si ricorre a questi atti... sono persone che più volte ricorrono a questo per invidia». Secondo Berlusconi, quindi, Bertolaso «deve resistere ancora con più forza». E con la sua offerta di dimissioni «ha dimostrato una grande serietà, se poi decide di mandare tutti al diavolo...». Berlusconi assicura inoltre che l'inchiesta non fermerà l'iter parlamentare della riforma della Protezione civile con la nascita della cosiddetta Protezione civile spa. «Andremo avanti su tutto. Le aziende hanno operato bene. Se poi c'è qualche mela marcia, vedremo. Ma la legge sulla Protezione civile va avanti».



Bertolaso: mai ingannato italiani, disposto a dare la vita. «L'accusa è infamante, drammatica. Io non c'entro con questa vicenda, penso che si sia trattato di un grosso equivoco»: è quanto afferma il capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso, intervistato dal Tg2 sull'inchiesta di Firenze, nella quale è indagato, relativa agli appalti di grandi opere. «Il timore è che gli italiani si possano sentire traditi da Guido Bertolaso: per questo sono disposto a dare la vita per dimostrare loro che non li ho mai ingannati».



Sesso? No era fisioterapia. Non erano incontri sessuali, ma sedute di fisioterapia. Così il capo Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, commenta uno dei passaggi riportati nell'ordinanza del gip. «Il Salaria sport village (dove si sarebbero svolti gli incontri secondo le intercettazioni, ndr) - ha spiegato Bertolaso - è uno dei centri sportivi più grossi di Roma, al cui interno c'è anche una struttura per fisioterapia e Francesca (la donna di cui si parla nell'intercettazione, ndr.) è una persona perbene, molto brava, cui ricorrevo per lo stress che, per il lavoro che faccio, ogni tanto mi colpisce».



Ridere del terremoto? Terribile. In una intercettazione telefonica, un imprenditore, riferito al terremoto dell'Aquila, dice: «Alle 3,30 ridevo a letto. Bisogna partire in quarta per la ricostruzione». E Bertolaso commenta: «Ridere su quella tragedia è stata una cosa orribile».



Non seguivo appalti. «Si tratta di una vicenda dolorosissima per la quale sicuramente saranno stati commessi anche degli illeciti. Ma non è che io ho seguito direttamente e personalmente la vicenda degli appalti. Il mio compito era quello di realizzare un'opera importante, una grande bonifica ambientale, restituire all'arcipelago della Maddalena un territorio che era stato davvero devastato e renderlo fruibile per un grande avvenimento com'era quello del G8». Lo ha detto Guido Bertolaso, intervistato dal Tg1.



«E' come se tanti anni di sacrifici e di disponibilità venissero cancellati in questo avviso di garanzia» ha detto Bertolaso in un colloquio con La Stampa. Bertolaso si dice comunque «sereno e tranquillo. Ho sempre impostato il mio lavoro di servitore dello stato cercando di garantire la massima trasparenza e di mettere davanti a tutti la sicurezza dei cittadini - continua - E' un'accusa forte per chi, come me, s'è sempre impegnato per gli altri. Non dobbiamo assolutamente allentare la guardia - spiega - Le mie vicende personali non devono riguardare le emergenze. Quanto alle manifestazioni di solidarietà del presidente del Consiglio Berlusconi, che ha respinto le sue dimissioni Bertolaso commenta: «La solidarietà mi fa piacere, ma lasciamo Berlusconi fuori da questa storia».



L'inchiesta, il gip: «Festa megagalattica con sesso per Bertolaso». L'imprenditore romano Diego Anemone, finito in manette per essere ritenuto il presunto corruttore di Bertolaso e altri pubblici ufficiali per favoritismi negli appalti si era dato da fare per «organizzare una "cosa megagalattica" in favore del Bertolaso» a base di sesso. Lo scrive il gip nella sua ordinanza. Secondo quanto si legge nel provvedimento, infatti, «il tenore delle conversazioni intercettate non pare consentire interpretazioni diverse da quella che trattasi di prestazioni sessuali di cui il Bertolaso dovrebbe usufruire presso il centro benessere riconducibile all'Anemone; peraltro, l'occasione verrà sfruttata dal Bertolaso solo in un momento successivo». In altra parte dell'ordinanza si ribadisce che nel «centro benessere Salaria sport village, riconducibile alla stessa famiglia Anemone», Bertolaso «usufruisce non solo di massaggi, ma anche di vere e proprie prestazioni sessuali», come proverebbero diverse conversazioni intercettate.



«Bertolaso mi fa i peli»: è la preoccupazione che Fabio De Santis - uno degli arrestati - esprime in una conversazione telefonica intercettata, con una funzionaria del ministero delle Infrastrutture che fa parte della Struttura di missione che coordina i lavori alla Maddalena quando questa lo informa che nei lavori affidati alla ditta Anemone per la costruzione del Main Conference, è prevista una maggiorazione. Ed è in questo contesto che, sostiene il Gip nell'ordinanza, che viene organizzata dagli arrestati una "festa megagalattica" per Bertolaso.



«De Santis - scrive il Gip Rosario Lupo - è preoccupato per la reazione che può avere Bertolaso se gli prospetta l'esigenza di dover incrementare la spesa complessiva di cento milioni di euro». Ecco cosa dice De Santis alla funzionaria del ministero: «bisogna che facciamo una riunioncina a Roma con Mauro e con tutti quanti perché bisogna...eh, perché bisogna prospettarla...a Bertolaso perché senno ci si i... quello ... cioè gli mandiamo un conto che sarà di 100 milioni di euro in più... eh... (ride)...cioè mi fa i peli...». Alla funzionaria del ministero, «De Santis - scrive ancora il Gip - confida che già a Bertolaso ha fatto presente l'esigenza di un notevole incremento di spesa per la ristrutturazione dell'ospedale che deve essere trasformato in albergo». Ecco cosa dice l'ingegnere che per 5 mesi è stato soggetto attuatore dei lavori alla Maddalena: «C...!..tutto quello che fa lui è tutto eccezionale...tutte le cose che fa lui..(ride)...anche perché dire, voglio dire...ieri sono andato da Bertolaso a presentare il progetto dell'ospedale a mare...quello lì visitato...è praticamente gli ho detto che ci vogliono altri cento milioni di euro in più...mo gli dico altri 100 qua...e lui mi dice...'ma vattene a fare in c...!!...(ride)»



Nell'ordinanza si parla di «una storia di ordinaria corruzione», che «matura in un sistema gelatinoso». Il reato contestato ai quattro arrestati «matura nell'ambito di un sistema non a caso definito gelatinoso non dagli investigatori, ma da alcuni degli stessi protagonisti di tale inquietante vicenda di malaffare, che ben potrebbe essere ribattezzata Storia di ordinaria corruzione», scrive il Gip nell'ordinanza, e aggiunge: «I fatti di corruzione contestati sono stati resi possibili, tra l'altro, da una normativa ampiamente derogatoria delle ordinarie regole in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici che presuppone, in chi la deve gestire e applicare, ancora di più un rispetto delle regole di trasparenza, fedeltà, imparzialità ed efficienza imposte da legge e da Costituzione (art. 97) ai pubblici ufficiali competenti».



Il procuratore aggiunto Toro respinge le accuse. La tentazione è quella di lasciare la magistratura, ma non se la sente «perché c'è di mezzo mio figlio». All'indomani della diffusione della notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, il procuratore aggiunto Achille Toro è nel suo ufficio. Un via vai di colleghi ed amici ha scandito le sue prime ore a piazzale Clodio. Prima di uno sfogo, con le lacrime agli occhi, con i giornalisti, Toro ha restituito al procuratore Giovanni Ferrara la delega di coordinamento delle inchieste sulla pubblica amministrazione. «Non avevo segreti da rivelare - ha detto - io e mio figlio non abbiamo mai conosciuto Angelo Balducci e Diego Anemone; tantomeno abbiamo avuto contatti con loro tramite altre persone. Bertolaso l'ho visto solo una volta in una occasione ufficiale». «Posso dire - ha aggiunto - che la sola persona che conosce mio figlio è l'avvocato Edgardo Azzopardi (il cui colloquio con uno degli indagati ha determinato il coinvolgimento di Toro e del figlio Camillo nell'inchiesta di Firenze ndr) sul quale non voglio dire nulla». Il magistrato romano ed il figlio sono indagati per rivelazione del segreto d'ufficio. A Camillo Toro è contestato anche il favoreggiamento personale. Intanto entrambi hanno nominato i difensori: Achille Toro sarà assistito dall'avvocato Roberto Rampioni, il figlio Camillo da Salvatore Sciullo.



Domani interrogatori di garanzia per i 4 arrestati. Sono fissati per domani, a Roma e Milano, gli interrogatori di garanzia per le quattro persone arrestate ieri. Sarebbero tutti, o quasi tutti, orientati ad avvalersi della facoltà di non rispondere al gip, i quattro destinatari delle ordinanze di custodia cautelare. Nel carcere romano di Regina Coeli saranno interrogati dal gip fiorentino Rosario Lupo (che ha firmato le misure cautelari) il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, già soggetto attuatore per le opere alla Maddalena, l'ingegner Mauro Della Giovampaola, che ha lavorato nella struttura di missione per il G8 in Sardegna ed è coordinatore dell'unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell'Unità d'Italia e l'imprenditore romano Diego Anemone. Per il quarto arrestato, l'ingegnere Fabio De Santis, attuale provveditore alle opere pubbliche della Toscana, successore di Balducci come soggetto attuatore per le opere del G8 alla Maddalena, l'interrogatorio si terrà a Milano per rogatoria. Nessun rischio invece per il sequestro dei

cantieri.



Franceschini: Bertolaso confermi le dimissioni. Critiche al dl emergenze. Bertolaso dovrebbe mostrare la sensibilità istituzionale, confermando le dimissioni respinte ieri da Berlusconi, ha detto Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera. Franceschini ha anche criticato il dl emergenze passato al Senato che prevede tra l'altro la trasformazione della Protezione civile in una Spa, trasfomazione che «enfatizza il criterio dell'emergenza, che diventa uno strumento che giustifica il superamento dei controlli; così diventa un abuso».



Gasparri: singolare tempistica dell'inchiesta. «È certamente singolare la tempistica. Credo che si debba fare un accertamento rapido, compatibile con i tempi della Protezione civile, una struttura che non può rimanere sulla graticola a lungo perché ne avrebbe un danno la sicurezza del Paese» afferma il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, ospite su Canale 5 di Maurizio Belpietro a La telefonata. «Non c'è dubbio che la sincronia di alcuni interventi giudiziari - ha aggiunto - e i tempi elettorali è un fatto che gli italiani conoscono e che nei fatti ha portato a rafforzare un centrodestra che preferisce fare e non ordire manovre come questa».



Donadi (Idv): Berlusconi e Bertolaso la nuova B2. «Berlusconi e Bertolaso sono al vertice di un sistema che gestisce senza alcun controllo una enorme quantità di denaro pubblico. Sono una nuova loggia, la B 2». Lo afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. «Il quadro che emerge dalle indagini - aggiunge Donadi - è sempre più inquietante e svela l'esistenza di una rete di interessi molto ampia. Il ricorso allo stato d'emergenza, che permette di operare in deroga alla normale legislazione, è diventato la regola in Italia e questo ha consentito la nascita e la stabilizzazione di un sistema criminogeno di gestione delle risorse». «Le indagini della magistratura - conclude il capogruppo Idv - stabiliranno se ci sono responsabilità penali, di certo ci sono pesanti responsabilità politiche. Il governo dovrebbe prenderne atto ed agire di conseguenza».



Di Pietro: Bertolaso c'è dentro fino al collo. Antonio Di Pietro ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Guido Bertolaso: «Leggendo le vicende che lo coinvolgono ci sarebbe dentro fino al collo. Presenti dimissioni vere e non quelle di facciata solo per incassare la difesa di Berlusconi».



Il difensore di Bertolaso: tutto un equivoco. «Siamo in presenza di un grande equivoco che sarà quanto prima chiarito». Così l'avvocato Filippo Dinacci, difensore appena nominato da Guido Bertolaso, ha commentato la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto il massimo responsabile della Protezione Civile.



Mafia interessata al banchetto degli appalti. Dalle indagini svolte «è emerso l'interessamento anche di soggetti legati alla malavita organizzata di stampo mafioso che controllano cordate di imprese interessate al banchetto costituito dagli ultramilionari appalti». Il coinvolgimento della criminalità organizzata nell'inchiesta sugli appalti del G8 che ha portato in carcere Angelo Balducci, Fabio De Santis, Diego Anemone e Mauro della Giovampaola, è sostenuta dal Gip di Firenze nell'ordinanza di custodia cautelare, nel capitolo dedicato ai "rapporti illeciti tra pubblici funzionari ed altri imprenditori".



La figura centrale, in questo caso, è l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell'impresa Opere Pubbliche e Ambiente Spa, con sede a Roma. Piscicelli è l'uomo che, secondo il gip si aggiudica uno degli appalti minori per i mondiali di nuoto di Roma 2009, quello relativo alla piscina di Valco San Paolo, per un importo complessivo di 12 milioni di euro. «De Vito Piscicelli - scrive il gip - è un personaggio alquanto importante in tale inchiesta».



È lui infatti a mettere in contatto i responsabili dell'azienda fiorentina "Btp" con Balducci e De Santis. E questi ultimi avrebbero assicurato alla Bpt l'aggiudicazione di alcuni appalti per il 150/o dell'Unità d'Italia. In questo contesto, scrive il Gip, De Vito Piscicelli, «in numerosi dialoghi intercettati, faceva riferimento al fatto che aveva dovuto contrarre un prestito di 100mila euro con soggetti campani, per soddisfare alcune richieste avanzategli dall'ufficio di via Ferratella. (il Dipartimento dove lavorano Balducci e De Santis, ndr)». Dal «tenore dei dialoghi intercettati - prosegue il Gip - induceva a ritenere che si trattasse di un prestito usuraio, elargito da soggetti che lo stesso De Vito Piscicelli indicava come pericolosi». Nella telefonata intercettata con il cognato, infatti, l'imprenditore li definisce così: «Son quella gente che è meglio che ci stai lontano...se si sgarra è la fine...quello vanno trovando...io già l'altra volta dal 5 del mese...sono passati al 10...».
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