Annozero, Santoro a Berlusconi:
«Noi siamo vincenti e lei nun ce vo' sta'»

Michele Santoro
Michele Santoro
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Giovedì 14 Ottobre 2010, 13:23 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 01:07
ROMA (14 ottobre) - Contro la sanzione si poteva ricorrere al giudice ma con gli avvocati abbiamo valutato che non c'erano i tempi tecnici, per questo bisogna ricorrere all'arbitrato interno. una soluzione che non amo ma che consentir al programma di andare in onda - così Michele Santoro nell'anteprima della quarta puntata di Annozero, commentando la sospensione di dieci giorni decisa dal direttore generale Mauro Masi - Io potrei anche aver sbagliato, ma questa è una punizione umiliante che non è stata data neanche a chi ha rubato in Rai. Mi dà fastidio che si parli di scontro personale tra me e Masi. Potete sostenere che le bestemmie di Berlusconi siano state fatte in un contesto che le giustificava, ma ritenere che dieci giorni di sospensione per me siano un favore è paradossale». Presenti in studio il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, il direttore del Sole 24 Ore Gianni Riotta, il vicedirettore del Giornale Nicola Porro.



«Io sono un abbonato Rai e non voglio essere punito al posto di Santoro - ha chiesto il conduttore al suo pubblico - Dovete raccogliere in ogni caseggiato, dove si ascolta Annozero una semplice dichiarazione “Se dovete punire Santoro punitelo ma non interrompete Annozero”. Nei prossimi giorni vi diremo anche cosa dovete fare con esattezza. Io voglio affrontare da solo i problemi che mi riguardano ma voi avete diritto a non vedere i vostri cervelli ridotti ad un'unica marmellata televisiva. Se noi faremo vedere quanti sono quelli che riconoscono la dignità del lavoro e la diversità del lavoro avremo dimostrato che questa non è solo l'anteprima di Annozero ma di un anno nuovo».



Santoro a Berlusconi: noi vincenti e lei nun ce vo' sta. «Noi abbiamo avuto meno di una settimana per preparare un programma come Annozero e Travaglio e Vauro sono ancora senza contratto eppure noi siamo andati in onda lo stesso e abbiamo anche vinto la serata. Questo è il fatto. Noi, caro presidente del consiglio, lei lo sa benissimo, non siamo l'opposizione della televisione, ma siamo il primo programma di informazione della televisione italiana e secondo me questo è il motivo per cui lei (io la rispetto moltissimo e l'ho sempre rispettata) proprio nun ce vo' sta' con questo fatto qui, perchè noi non siamo perdenti. Siamo forti e quindi questo è un grosso problema». Così, prima di dare il via ad Annozero, il giornalista Michele Santoro si è rivolto al premier Silvio Berlusconi.



Bersani: Rai azienda che si autopiccona. «Ci possono essere errori ma un'azienda normale non fa punizioni autopicconandosi. È come se l'Eni per punire un ingegnere sospendesse l'estrazione del gas. Non è un'azienda normale - commenta il segretario Pd - Finchè non si cambieranno i meccanismi i partiti non usciranno dalla Rai, non ci sarà un amministratore delegato non ne usciremo mai. Noi paghiamo il canone per avere un'azienda normale, l'autolesionismo non lo capisco».



Formigoni: sospensione fuori dal mondo. «Mi sarei limitato al cartellino giallo. L'espulsione per due puntate è fuori dal mondo», dice il presidente della Lombardia Roberto Formigoni. «Questa sospensione è una cavolata. Se fossi stato il tuo direttore di rete ti avrei dato una strizzata di orecchie e ti avrei portato davanti al direttore generale, ma se questa mediazione non c'è stata vuol dire che questa è una ripicca inutile», ha detto per parte sua Gianni Riotta.



Annozero si è chiuso con le vignette di Vauro sulle note della canzone di Giorgio Gaber La libertà. Santoro ha invitato tutto il pubblico a cantare in coro, al quale si è unito anche Formigoni. Vauro ha ironizzato sulla scelta del dg Masi di querelare Il Manifesto che aveva in prima pagina una sua vignetta: «Sono senza contratto e pensavo si fosse dimenticato di me - ha detto -.Invece mi ha querelato, sono commosso». «Così sarai tu a dover pagare lui», ha chiosato Santoro.



Capezzone: «Michele Santoro ha appena svolto un comizio pubblico ad uso privato. Usare la televisione pubblica pagata dai cittadini per organizzare plebisciti o pseudoplebisciti personali contro l'azienda e i suoi dirigenti è una cosa fuori dalla realtà. I padroni dell'azienda sono i cittadini che pagano il canone, non lui», dice il portavoce del Pdl.



In giornata era proseguita la polemica sulla sospensione di dieci giorni che il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ha dato al conduttore. Secondo Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, «Santoro ha abusato della libertà di stampa. È stato fermato perché si è permesso in diretta televisiva di insultare il direttore generale della sua azienda. Non è un problema di libertà di stampa, ma di buona educazione - aggiunge Cicchitto - Santoro ha permesso a un signore che si chiama Travaglio di parlare dieci minuti senza contradditorio. Questa la si chiama libertà di stampa, e mi pare che il conduttore ne ha avuto un esercizio pieno e totale». Secondo Francesco Rutelli, leader dell'Api, «c'è una politica da parte della Rai irresponsabile. Si accendono micce in tutte le direzioni - ha aggiunto - mentre il Paese ha bisogno di pluralismo dell'informazione, di buona informazione e, soprattutto, di un'informazione che entri nei problemi della società. Quindi, chiunque può criticare Santoro ma certamente nessuno dovrebbe spegnerlo».



Masi querela Il Manifesto. Mauro Masi ha dato mandato ai suoi legali di querelare Il Manifesto, per una vignetta, firmata da Vauro che raffigura Masi vestito come un ultrà serbo, t-shirt con il teschio e passamontagna in mano, con la doppia scritta: “Arrestato l'ultrà serbo che ha fatto sospendere la partita a Marassi” e “Ancora a piede libero l'ultrà servo che ha fatto sospendere Annozero alla Rai”.
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