San Benedetto, comitato di cittadini
per la fusione di 10 Comuni della Riviera

San Benedetto, comitato di cittadini per la fusione di 10 Comuni della Riviera
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 10:13
SAN BENEDETTO - E’ nato ufficialmente il comitato "Città Grande" che punta alla fusione dei Comuni della "Riviera Picena".

I Comuni intyeressati sono San Benedetto, Grottammare, Cupra, Monteprandone, Monsampolo, Ripatransone, Acquaviva, Montefiore, Massignano, Cossignano. Inoltre il neo comitato si occuperà anche di tutte le informazioni per la valutazione del progetto e del suo iter attuativo.



Il comitato è formato da singoli cittadini, residenti nei Comuni interessati dal progetto di fusione e ogni aderente, come è stato spiegato, rappresenta esclusivamente se stesso, anche nel caso in cui appartenga a forze politiche o associazioni professionali.



Per dare efficacia al proprio lavoro, l'assemblea costitutiva del comitato ha nominato un esecutivo composto da Luigi Tomassini, Giampietro Gaetani (consulente), Ricci Riccardo, Carlo Clementoni, Massimo Romani, Giuliano Petrelli, Marco di Marco, Giancarlo Fratini, Angellotti Primo.

Il comitato si propone di stabilire rapporti di collaborazione con altre realtà associative a livello nazionale che condividano lo stesso obiettivo e si rapporterà con le amministrazioni dei Comuni della Riviera delle palme con un ruolo di sostegno e stimolo per portare a compimento il progetto di fusione.



Durante la prima riunione, prendendo spunto dagli iter di unificazione relativi ad altre realtà nazionali (fusione comuni del Canavese e progetto "Nuova Pescara") sono stati sottolineati più volte gli innumerevoli vantaggi in termini di efficienza, qualità e costi, di cui potrebbe usufruire il nuovo Grande Comune, derivante dalla fusione dei dieci attualmente esistenti.



Con la fusione si avrà un Comune unico con quasi 100 mila abitanti, il secondo per popolazione delle Marche; la maggiore dimensione permetterebbe la fruizione di economie di scala e la specializzazione dei servizi e degli uffici, la possibilità di dialogare direttamente con la Regione nella prospettiva del superamento delle province e una maggiore forza nei confronti delle aziende erogatrici di servizi. Oltre a tutte quelle sinergie nei vari servizi che farebbero dimiuire di molto le spese di gestione.



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