Casa di Alice, la procura chiede
il carcere per i cinque educatori

Casa di Alice, la procura chiede il carcere per i cinque educatori
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Mercoledì 23 Luglio 2014, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 15:07
GROTTAMMARE - La procura di Fermo ha presentato ricorso al tribunale del riesame contro la misura degli arresti domiciliari decisa dal giudice nei confronti dei cinque educatori arrestati per i presunti maltrattamenti sui bambini autistici di Casa di Alice Il procuratore Domenico Seccia parla di ulteriori elementi probatori e ha chiesto al tribunale la massima misura cautelare per i cinque educatori, che tradotto significa il carcere. Roberto Colucci, Rossana Raponi, Maria Romana Bastiani, Susan Ciaccioni e Luciana D'Amario, le cinque persone arrestate, avevavo presentato richiesta di scarcerazione che è stata però rigettata dal Gip il quale ha parlato di elementi probatori più che fondati. Insomma, l’inchiesta su quelli che sono stati definiti gli “orrori” all’interno del centro Casa di Alice non si ferma e muove altri passi in avanti. Indiscrezioni parlano infatti di una raffica di avvisi di garanzia che starebbe per piovere addosso ad alcuni dirigenti degli enti preposti al controllo del centro. La convinzione maturata dagli investigatori è che non solo non sarebbero state fatte le dovute verifiche sull’andamento dell’assistenza prestata ai ragazzi, ma che qualcuno sapeva ciò che accadeva e non è intervenuto. Le persone che a vario titolo potrebbero entrare nell’inchiesta sono i vertici dei tre enti preposti ai controlli e cioè Comune, Asur e cooperativa. Negli ultimi giorni infatti i carabinieri hanno risentito uno a uno tutte le persone che avevano un ruolo nella gerarchia dei controlli, accertando omissioni e precise responsabilità. La convinzione maturata dagli investigatori, alla luce anche delle tante testimonianze raccolte, è che i comportamenti violenti all’interno del centro siano iniziati molto tempo prima che partisse l’inchiesta. E si ripercorre la vita del centro Casa di Alice, iniziando dal caso di una educatrice che due anni fa venne allontanata proprio perchè ritenuta troppo violenta con i ragazzi. Insomma, i campanelli d’allarme c’erano stati tutti se si pensa che l’inchiesta avrebbe anche accertato che nei mesi scorsi, in più occasioni, erano emerse anomalie sul comportamento dei ragazzi che si ribellavano all’interno delle rispettive famiglie contro la stanza di contenimento, segno evidente che vivevano con terrore l’idea di doverci stare dentro.





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