Ascoli, 113 operai della Prysmian
sono rimasti senza stipendio

Ascoli, 113 operai della Prysmian sono rimasti senza stipendio
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Lunedì 13 Aprile 2015, 19:38 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 12:04
ASCOLI - ​Da 47 giorni senza salario. La vicenda politico- sindacale relativa alla vertenza Prysmian di Ascoli si intreccia con l'aspetto più prettamente sociale. I 113 operai dello stabilimento di Castagneti hanno scelto la strada della lotta per mantenere il posto di lavoro e dal 27 febbraio sono in assemblea permanente davanti ai cancelli dello stabilimento. Questo significa però che da quella data non un euro è entrato nelle casse delle famiglie. Una situazione difficilissima specie per quelle monoreddito, tanto che ieri durante l'assemblea che si è svolta al presidio è emersa l'ipotesi di redistribuire il fondo sociale creato dagli stessi lavoratori della fabbrica per tamponare l'emergenza. Si tratta di una sorta di fondo di solidarietà che gli operai avevano creato per fronteggiare spese improvvise, quali le visite mediche specialistiche, o esami diagnostici. Considerando che adesso il fondo non può essere alimentato con nuovi versamenti, l'ipotesi è che questo gruzzoletto possa essere ripartito tra gli operai in attesa dell'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. Incontro che calendarizzato per ieri è invece stato rinviato a data da destinarsi. Una scelta forse dovuta al cambio di ruolo del ministro Claudio De Vincenti, ora divenuto sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. De Vincenti era una figura in grado di rassicurare non poco gli operai della Prysmian, sia alla luce dell'intervento fatto durante il primo incontro svoltosi tra proprietà e sindacati al Mise, ma anche in ragione della sua biografia. "Il presidio andrà avanti sino al prossimo incontro al Ministero" assicura Graziano Bachetti, Rsu Cgil. Da Ubaldo Falcioni della Filctem Cgil emerge la preoccupazione per l'aspetto economico: "Da oltre un mese i lavoratori non percepiscono il loro salario. È importante che l'incontro al Mise avvenga al più presto perché l'aspetto sociale di questa vicenda sta diventando davvero preoccupante". L'assemblea non ha modificato la linea scelta il 27 febbraio: continuare a presidiare la fabbrica giorno e notte. C'è rabbia invece per le parole perentorie pronunciate qualche giorno fa dall'amministratore delegato della Prysmian, Valerio Battista, che avrebbe dichiarato ad un quotidiano la volontà di chiudere Ascoli anche se questo dovesse significare rinunciare ai finanziamenti statali che Prysmian ha ricevuto e che comunque, ha tenuto a sottolineare il manager, erano per gli stabilimenti di Battipaglia e Arco Felice. "Un'esternazione fatta mentre è in corso un confronto al Ministero dello Sviluppo Economico - ammonisce Bachetti, - con cui di fatto si scavalcano sindacati e politica". Non piace agli operai Prysmian l'ipotesi paventata dall'Ad di un eventuale ricollocamento delle maestranze in altri siti produttivi: quanto costa trasferire un'intera famiglia non avendo uno stipendio da manager? Quanto costa e non solo in termini economici ad un operaio di 50 anni, riorganizzare la propria esistenza in una realtà completamente diversa a 400 chilometri di distanza?

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