Gionni: "L'impronta di sangue
non scagiona Parolisi"

Gionni: "L'impronta di sangue non scagiona Parolisi"
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Mercoledì 26 Novembre 2014, 20:30 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 10:30
ASCOLI - "Siamo ormai abituati ai presunti scoop in prossimità delle udienze. Siamo certi che questi argomenti saranno approfonditi nelle prossime settimane nei vari programmi televisivi".

Il commento caustico sulla volontà dei difensori di Salvatore Parolisi di far riaprire il processo sull'omicidio di Melania Rea che il prossimo 10 febbraio concluderà il suo iter giudiziario davanti ai giudici della Suprema corte di cassazione.



Gli avvocati Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, chiedono di riaprire le indagini sulla base di una perizia di parte sulla parziale impronta di sangue rinvenuta poco distante dal dove fu trovato il corpo della casalinga di Somma Vesuviana nel Bosco delle Casermette di Ripa di Civitella. Per il pool difensivo del caporalmaggiore quella impronta, non riconducibile né a Melania né tanto meno a Salvatore, dimostrerebbe la presenza sul luogo del delitto di una terza persona.

"La questione processuale, invece, non uno scoop né una novità - sottolinea l'avvocato Gionni - ma fatti noti da tempo. Peraltro la difesa, avendo effettuato la scelta del rito abbreviato, avrebbe dovuto chiedere questa perizia, come ha fatto per quella sul cadavere di Melania, solo allo stato del processo. Gli avvocati di Parolisi avrebbero potuto chiedere questi approfondimenti subordinandoli alla richiesta di rito abbreviato".



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