Salvatore Parolisi, ultimo atto
A febbraio la sentenza della Cassazione

Salvatore Parolisi, ultimo atto A febbraio la sentenza della Cassazione
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Venerdì 25 Luglio 2014, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 17:29
ASCOLI - Omicidio Rea, ultimo atto. E' stato fissata al 10 febbraio del prossimo anno la discussione del ricorso davanti ai giudici della Suprema corte di cassazione presentato dai difensori di Salvatore Parolisi - gli avvocati Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato ai quali si aggiunto il principe del Foro e noto cassasionista Titta Madia - contro la sentenza d'appello dello scorso 30 settembre che ha confermato la condanna del caporalmaggiore per l'omicidio della moglie Melania Rea. In secondo grado, a Salvatore Parolisi è stata inflitta una di trenta anni di reclusione a seguito del ricalcalo effettuato dai giudici della corte d'assise de L'Aquila dopo che in primo grado il Gup di Teramo lo aveva condannato all'ergastolo. Dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, lo scorso mese di febbraio il collegio difensivo del caporalmaggiore aveva presentato ricorso in Cassazione. Tra i motivi con cui si impugnava la sentenza, uno in particolare è stato particolarmente messo in evidenza dagli avvocati. Ovvero, il fatto che nel corso del processo d'Appello sono stati violati i diritti di Salvatore Parolisi ad avere un processo pubblico. Alla vigilia del procedimento di secondo grado, infatti, dalla sua celle del carcere di Teramo dove è rinchiuso da quasi tre anni, il caporalmaggiore scrisse una lettera ai giudici nel quale chiedeva che il processo fosse pubblico. Una richiesta che fu rigettata dalla Corte e che ora è oggetto del ricorso in Cassazione che verrà discusso il prossimo 10 febbraio. Anche se gli echi mediatici dell’omicidio di Melania Rea si sono spenti da tempo il ricordo della giovane mamma uccisa con 32 coltellate il 18 aprile di tre anni fa e ritrovata morta due giorni dopo nel Boscoi delle Casermette a Ripe di Civitella resta indelebile oltre che nei familiari anche in tanta gente che ha seguito con angoscia le indagini sul caso portate avanti da due procure, quelle diu Ascoli e Teramo, giunte entrambe, così come i giudici di primo e secondo grado, alle stesse conclusioni. Per quel delitto per l’accusa c’è un solo colpevole, Salvatore Parolisi che ora sconta l’ergastolo in carcere a Castreogno e che affida le sue ultime speranze di libertà nella sentenza di Cassazione.

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