Ascoli, torna l'incubo amianto
Un altro caso a Castagneti

Ascoli, torna l'incubo amianto Un altro caso a Castagneti
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Venerdì 29 Maggio 2015, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 09:52
ASCOLI - ​L'incubo amianto riaffiora ormai a cadenza preoccupante in ogni angolo della città. Parli dell'amianto e spunta l'ennesimo caso, con un'ordinanza del sindaco, proprio in queste ultime ore, per tamponare il rischio di una possibile dispersione di fibre cancerogene in un complesso di più capannoni nella zona industriale ascolana. Si tratta del sito di un'azienda in liquidazione, a Castagneti, che però ora vede emergere il concreto pericolo di una dispersione di fibre per la presenza di amianto a seguito di un apposito sopralluogo del Dipartimento di prevenzione dell'Asur. Da qui si è partiti per arrivare a stretto giro all'ordinanza sindacale con la quale si sollecita la curatela a provvedere alla "messa in sicurezza in loco dei frammenti e delle lastre stoccate danneggiate a terra, mettendo in opera le misure necessarie di prevenzione in attesa di successivo idoneo smaltimento o bonifica, al fine di evitare l'ulteriore potenziale dispersione di fibre cancerogene nell'ambiente circostante, con immediatezza e comunque entro giorni sette giorni dalla notifica dell'ordinanza, comunicando al Comune di Ascoli ed al Dipartimento di prevenzione (S.I.S.P.) della Asur Marche Area Vasta 5, i provvedimenti adottati". I curatori dovranno provvedere entro 15 giorni dalla notifica ad inoltrare al Comune la documentazione da cui risulti la presenza o meno di materiali contenenti amianto sulle coperture e, in caso affermativo, la documentazione relativa allo stato di integrità delle coperture in fibrocemento con sospetta presenza di amianto, al loro stato di conservazione, al programma dei controlli periodici, agli interventi di corretta manutenzione per minimizzare il rischio di esposizione e di dispersione di fibre. Un provvedimento inevitabile, dopo il sopralluogo effettuato dal Dipartimento di prevenzione dell'Area vasta 5 del 19 maggio scorso proprio nello stabilimento in questione, con il quale si segnalava la necessità di emettere provvedimento a carattere di urgenza per tutelare la salute pubblica. In particolare, dall'esame della relazione ispettiva si rileva che "sul lato nord del primo capannone, all'esterno, sono stati rinvenuti a terra, nei pressi dell'area esterna, in zona impianti di trattamento reflui di lavorazione, un cumulo disposto di lastre in fibrocemento visivamente deteriorate con fasci di fibre a vista". A tal riguardo si segnala "che tutte le tettoie di copertura rinvenute presentano tipologia costruttiva riconducibile e manufatti in fibrocemento che potrebbero contenere presumibilmente amianto". Ad alcune decine di metri dal primo capannone, risulta, invece, "presente un secondo fabbricato chiuso ove risulta un ulteriore stoccaggio di lastre in fibrocemento appoggiate a terra".

Anche dall'aerofotogrammetria disponibile on line, le coperture dei capannoni e di alcuni manufatti presenti all'interno del sito industriale, secondo i tecnici, "sembrerebbero in fibrocemento, pertanto potrebbero contenere amianto". Ecco, quindi, la necessità dell'ordinanza. L'ennesima. In una città che, come molte altre, sembra essere letteralmente "circondata" dall'amianto, con tutti i rischi che ne conseguono. E' questo il dato che emerge sopralluogo dopo sopralluogo, cantiere dopo cantiere, ad Ascoli. Dai capannoni industriali, zona ex Carbon inclusa, a strutture di grande fruizione come il circolo Morelli, il Palazzo di giustizia, persino l'ex dispensario, per non parlare del materiale abbandonato lungo la zona industriale. Una continua riscoperta del rischio amianto in tutte quelle edificazioni che risalgono a qualche decennio fa, con ordinanze che si accavallano, una dietro l'altra, per evitare che il rischio di propagazione delle fibre nocive possa fare il suo corso.

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