Il Tar accoglie la richiesta
di sospensiva della Restart

Il Tar accoglie la richiesta di sospensiva della Restart
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Venerdì 25 Luglio 2014, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 14:46
ASCOLI - Con una decisione in qualche modo clamorosa, che rappresenta quasi un colpo di scena, il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalla Restart, contro l'ordinanza del Comune che sollecitava la stessa Restart a rimuovere l'amianto nell'area ex Carbon. I giudici amministrativi hanno anche fissato l'udienza nel merito della questione per il 5 marzo del prossimo anno. Nella sentenza pubblicata nel pomeriggio di ieri, il Tar ribadisce, comunque, la necessità di procedere alla rimozione dell'amianto, anche se il termine fissato dal Comune di soli cinque giorni, viene considerato dai giudici amministrativi un lasso di tempo molto breve per effettuare le operazioni. "Considerato - si legge nella sentenza - ferma restando la doverosità degli interventi di messa in sicurezza e di bonifica del sito in questione (previa predisposizione di un adeguato piano di lavoro da sottoporre alle Autorità competenti) e prescindendo, in questa fase del giudizio, da ogni valutazione in merito all'appropriatezza dello strumento a tal fine utilizzato dall'Amministrazione (ordinanza contingibile ed urgente), che appare incongrua la previsione, contenuta nell'ordinanza sindacale impugnata, di un termine di soli cinque giorni per l'attuazione delle misure necessarie alla messa in sicurezza di un sito di così ampie dimensioni. Inoltre, che, rispetto all'ordine di rimozione impartito, non sembra essere stato effettuato un approfondimento istruttorio in merito alla scelta del metodo di bonifica più opportuno, anche mediante l'apprezzamento dei rischi connessi alla sua concreta attuazione. Pertanto - chiude la motivazione - il Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche (Sezione Prima), accoglie la suindicata istanza di sospensione nei limiti indicati ai punti relativi ai tempi e all'approfondimento istruttorio". In pratica, il Tar ribadisce l'esigenza della rimozione dell'amianto, ma, in un certo senso, punta l'indice contro l'istruttoria predisposta dall'Asur, che secondo i giudici amministrativi è lacunosa per quanto riguarda il metodo di bonifica più opportuno. Ma, oltre al Tar, c'è ancora da sottolineare che sulla vicenda dell'amianto nell'area ex Carbon è stata interessata la Procura della Repubblica di Ascoli direttamente dal Servizio di Igiene pubblica dell'Area vasta 5, la quale, aveva presentato ai magistrati ascolani anche la relazione tecnica dell'Arpam di Pesaro, competente a livello regionale, sui temi che riguardano la presenza di amianto nelle strutture. Relazione che, per altro, la stessa Area vasta 5, costituendosi parte civile nei confronti della Restart, aveva presentato al Tar. A questo punto, secondo quanto rilevato dal Tar, sarà compito dell'Asur predisporre un piano sicuro per la rimozione dell'amianto. Insomma, una partita finita, almeno per il momento, in pareggio, anche se la relazione dell'Asur in un certo modo ha avuto un suo peso nel convincere il Tar sulla necessità di procedere alle operazioni di rimozioni dell'amianto. "Come facilmente si evince dalle relazioni si leggeva, per altro, nella lettera dell'Asur - le condizioni della struttura evidenziano l'urgenza delle azioni richieste con l'ordinanza sindacale del 24 aprile 2014. In particolare, le fibre affioranti e visibili ad occhio nudo, sono il segno più evidente dell'alta pericolosità del Mca e questa è la corrispondente valutazione medica dello scrivente. La valutazione medica - prosegue la lettera - è quella che ha rilevanza in termini di raggiungimento dell'obiettivo di tutta la normativa: eliminare il pericolo della grande cancerogenità delle fibre di amianto sia esso crisotilo che crocidolite (quello, nel caso in oggetto, più visibile ad occhio nudo". Al di là della decisione del Tar e di quello che potrà dire nel merito la Procura della Repubblica è lecito attendersi nuove proteste da parte delle associazioni ambientalisti e dalle forze politiche che proprio su questa vicenda hanno innescato una dura battaglia.




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