Le lacrime della mamma Brunella
"Doveva darle a me quelle coltellate"

Le lacrime della mamma Brunella "Doveva darle a me quelle coltellate"
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Mercoledì 20 Agosto 2014, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 12:36
ANCONA - “Per me e per Luca la vita finita. A me doveva ammazzare, a me doveva dare quelle coltellate! Ma come se me le avesse date”.





La disperazione sgorga dalle parole e dalle lacrime di Brunella Michelini, la mamma di Luca Giustini che non si dà pace non solo per il gesto del figlio, ma anche per non essere riuscita ad aiutarlo in un periodo di profonda depressione.



“Era disperato, non faceva che piangere quella mattina - ricorda la donna -. Pregate per me, ha chiesto a me e alla nonna. Ci ha abbracciate e baciate. Forse avrei potuto fermarlo, ci ho provato, non ce l’ho fatta. Gli ho detto: Luca, ma cos’è un addio? Se è così dimmelo perché sai che ti seguo, io ho solo te. Mi ha risposto: capirai col tempo. Poi se n’è andato. Cosa voleva dire? Pensavo si volesse ammazzare. Non poteva essere lui quando è successa quella cosa. Adorava le sue bambine. La suocera diceva che Sara era stata fortunata ad aver trovato un ragazzo d’oro. E’ un incubo, sto impazzendo anch’io. No, non era Luca. Non era lui quella maledetta domenica”.



E invece è stato proprio Luca Giustini, il ferroviere 34enne, a brandire un coltello per conficcarlo cinque volte nel corpicino del suo scricciolo di 18 mesi. Il dolore ora è l’unica cosa che accomuna le famiglie di Luca e della moglie Sara, divise da un muro di silenzio dopo la tragedia che ha scosso Collemarino. Brunella Michelini ha paura ad uscire di casa. Teme di incrociare i parenti di Sara. “E chissà se potrò avvicinarmi al funerale”, sospira la donna, che si è chiusa nel suo appartamento, a due passi da quello di Sara e Luca, insieme all’anziana madre e al fratello.



E’ depressa, ha raccontato di imbottirsi di psicofarmaci perché non ce la fa più ad andare avanti con le sue forze. “Un suo amico è passato qua, mi ha detto che Luca si era confidato con lui: non stava bene, si sentiva trattato male. Gli ha proposto la separazione, ma ha risposto che non poteva per dovere. Non so cosa sia successo, è impazzito. Ma forse era meglio se l’avesse fatto a lui o a me quel gesto...”



A prendersi cura della signora Brunella in questi giorni c’è Andrea, amico e collega di Luca Giustini. I due si erano sentiti il giorno prima della tragedia. Erano le 13.21 quando Luca ha scritto su Whatsapp ad Andrea. “Sto facendo una dormita a Foligno, te che fai oggi?”. Un minuto dopo: “Riesco a vederti?”. Andrea aveva intuito che qualcosa non andava perché mai il suo amico si era rivolto così, con quella che, a posteriori, sembra una richiesta di confronto o di aiuto. “Gli ho scritto la mattina dopo - racconta Luca -. Gli ho domandato: tutto ok? Ma non mi ha risposto, nella chat non è mai entrato. Mi aveva detto che non si sentiva bene giorni prima, ma chi immaginava che stava così male?”.



Scoppia in lacrime Andrea. Poi si riprende. “Quando ha fatto quella cosa non era lui. Luca è il ragazzo più buono del mondo, anche se adesso per tutti è un mostro. Voleva incontrarmi, forse aveva bisogno di parlare. Nell’ultima settimana è crollato, gli si è rotto qualcosa. Sì, era stressato anche per il lavoro che lo impegnava molto, ma gli piaceva. A casa piuttosto le cose non andavano. Sara era legatissima a lui, ma Luca non si sentiva più a suo agio. Alle figlie, però, voleva un bene dell’anima e non capisco perché se la sia presa con Alessia che amava più della sua vita.



Luca stava ingannando se stesso: continuava a soffrire e a credere a Sara quando diceva che lei sarebbe cambiata e sarebbe venuta incontro alle sue esigenze. Ma poi non ce l’ha fatta più, è crollato”. Il disagio provocato da un matrimonio in cui si sentiva succube e imprigionato (al punto da valutare ma subito respingere l’ipotesi di una separazione) si somma a un retaggio familiare complicato, segnato dalla perdita del padre nel ’99 quando Luca aveva solo 19 anni.



“Gli è sempre mancato e di recente mi ha confidato che lo sognava di notte”, dice Andrea. Forse è a queste apparizioni notturne che si ricollegano le “voci” da cui pare che il ferroviere 34enne fosse ossessionato.



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