No al cippo fascista
del parroco di Ostra

Il monumento ai caduti di Ostra
Il monumento ai caduti di Ostra
2 Minuti di Lettura
Martedì 20 Maggio 2014, 21:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 14:40
OSTRA - Non ha le dimensioni del monumento di Affile al gerarca fascista Rodolfo Graziani. E non verrà neppure costruito con denaro pubblico (quello in provincia di Roma costò 130 mila euro), ma sta sollevando critiche durissime il cippo che l’arciprete don Umberto Gasparini vuole realizzare in un terreno di proprietà della parrocchia per ricordare i morti dell’altra parte, quella fascista. Terreno che si trova - e forse non è un caso - proprio davanti al monumento ai caduti nella lotta di Liberazione Pietro Brutti e Alessandro Maggini, decorati con medaglia d’argento al valor militare, e Amedeo Galassi, decorato con medaglia di bronzo.

Ieri il segretario regionale del Pdci Fosco Giannini per conto del comitato promotore dell’appello “Diciamo no al monumento fascista” ha dato fuoco alle polveri diffondendo una nota tambureggiante che chiama in causa sia il sindaco di Ostra Massimo Olivetti che la commissaria straordinaria della Provincia Patrizia Casagrande perchè “revochino senza indugio le autorizzazioni che irresponsabilmente hanno concesso”. La nota annuncia anche una manifestazione per domenica 8 giugno alle 16 nella piazza centrale della cittadina.

Allegato alla nota, un lungo elenco di promotori e adesioni con Vera Maggini, sorella dell’eroe Alessandro, prima firmataria. Non mancano poi i familiari di altri caduti, personalità del mondo della cultura, rappresentanti dell’Anpi e politici dei partiti di sinistra, da Pdci, passando per Sel, fino al Pd. Tra quest’ultimi Mariano Guzzini della direzione comunale di Ancona e ben tre consiglieri regionali: Letizia Bellabarba, Enzo Giancarli e Gino Traversini.

Un attacco della sinistra al sindaco Olivetti sarebbe nella logica dello scontro politico, ma perchè un colpo “diretto” a una diessina di ferro come Patrizia Casagrande?

“Sono meravigliata - ci dice la diretta interessata - in quanto molti dei firmatari dovrebbero conoscere la distinzione tra la politica e la norma tecnica. La Provincia è sempre stata all’oscuro di quello che si voleva realizzare e c’è stato da parte degli uffici solo un parere tecnico di congruità. Appena saputo della cosa mi sono attivata con la senatrice Silvana Amata parlando con il presidente Anpi Gilberto Cioci e molti altri firmatari. Tra le altre cose abbiamo fatto presente al vescovo l’inopportunità di questo monumento”. Anche il sindaco Olivetti si mostra meravigliato: “Non c’è stata - ci dice - nessuna delibera ma, come tutte le cose realizzate da privati, solo un parere degli uffici di conformità alla norma”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA