JESI - Centro storico, quartiere San Pietro, via Garibaldi, ma anche via Mazzoleni, Porta Valle, viale Trieste, via Ancona e San Giuseppe. Un fil rouge lega queste zone, nel tracciare la mappa di una citt a luci rosse dove il fenomeno della prostituzione accende le piccanti fantasie degli uomini e i sospetti delle mogli. Il caso di Nina, la lucciola moldava del centro storico, è solo l'ultimo in ordine di tempo a scuotere la tranquilla Jesi. Prima di lei c'è stata la conturbante Irina, corpo mozzafiato e Dna cubano a infiammare la casa squillo dietro al Duomo. Di prostituzione si parla spesso anche a Porta Valle, a due passi dal capolinea delle corriere e dalle attività commerciali. Le studentesse che scendono dagli autobus o le madri che le aspettano in macchina vengono seguite o infastidite da uomini, anche anziani, in cerca di compagnia a pagamento. Accade spesso, ancora, nonostante la problematica sia sfociata mesi fa in petizione. Giovanissime lucciole cinesi travestite da massaggiatrici c'erano anche in via Ancona e poi in via San Giuseppe nei due centri massaggi cinesi che in realtà erano attività a luci rosse. C'erano, perché i carabinieri della compagnia di Jesi li hanno fatti chiudere nel corso di due operazioni a dicembre 2012 e ottobre 2013, arrestando i titolari per sfruttamento della prostituzione. La memoria va poi in via Mazzoleni dove sempre i carabinieri anni fa avevano scoperto una palazzina del sesso dove esercitavano prostitute cubane e dell'Est, gestite da una maîtresse che assicurava un ricambio frequente di giovani e belle ragazze provenienti da Brasile, Spagna e Romania. I casi noti, quelli saliti alla ribalta delle cronache. Poi ci sono quelli sommersi, le storie singole di donne disoccupate - anche giovani - che guadagnano così, mercificando il piacere e vendendosi per alcune centinaia di euro. Non ci sono sfruttatori dietro, ma solo una disperazione che toglie la vita e schiaccia anche la dignità.
Intanto, la protagonista è scomparsa. Nina dov'è?