La cocaina dai Caraibi
​si chiamava pesos

La cocaina dai Caraibi ​si chiamava pesos
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Martedì 13 Gennaio 2015, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 11:49
JESI - Al telefono le dosi di cocaina erano “pesos”, “pantaloni” e “medicine”.

Captando le conversazione dei corrieri che trasportavano la polvere bianca nella zona di Jesi, tra il 2010 e il 2011, i finanzieri bloccarono ben otto “cavalli” di droga e poi eseguirono altre dieci ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti trafficanti per la maggior parte di origine dominicana.



Da quella operazione antidroga condotta dal Goa della Guardia di Finanza di Ancona, coordinato dal pm Rosario Lioniello, è scaturito il procedimento a carico di 18 persone accusate di aver detenuto, trasportato e spacciato cocaina proveniente presumibilmente da Santo Domingo nella zona di Jesi. La procura ha chiesto al gup di Ancona il rinvio a giudizio.



Ma l'udienza preliminare è slittata al 24 marzo prossimo perché i difensori, tra cui Stefano Radovani, Luca Bartolini, Jacopo Casini Ropa, hanno sollevato una questione di competenza territoriale. Alcuni “viaggi” dello stupefacente, transitato dalla Spagna o dall’Olanda, arrivavano da Bologna, da San Benedetto e da Chieti. Il giudice si pronuncerà nella prossima udienza.



Durante gli arresti vennero sequestrati complessivamente 3,6 kg di cocaina. Sono imputati: Maes Yunior Castro Caraballo, Katerin Ramirez Terrero, Ramon Bienvenido Perez Ferdinand, Esther Niurka De Aza, Alexander Caraballo Castro, Felix Caraballo Santana, Stiven Lopez Sanchez, Francklin Estelin Vicente Montero, Maria Mercedes Gerardo Manon, Leonte Toribio, Ana Maria Genao Gonzales, Maykel Valdes Montenegro, Marisela Perdomo Bonifacio, Juan Adalberto Cartagena Jimenez, Maria Ferndanda Reyes Saladin, tutti di origine dominicana, Giuseppe Sergio Chiarcos, Giacomo Monzali e Alessandro Bani.



Tutti respingono le accuse contestate e i difensori tenteranno in aula di dimostrare la loro estraneità ai fatti. Con ogni probabilità molti degli imputati chiederanno di accedere a riti alternativi quali il patteggiamento o il rito abbreviato. In precedenza erano state già definite le posizioni dei corrieri che erano stati arrestati in singole operazioni che i finanzieri avevano compiuto, facendole passare per controlli di routine. Dopo gli approfondimenti del caso, le Fiamme Gialle avevano invece ricostruito tutto il circuito di presunti spacciatori di coca per lo sballo nello Jesino.



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