Stregati dalla squillo
“Non ditelo a mia moglie”

Stregati dalla squillo “Non ditelo a mia moglie”
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Domenica 2 Febbraio 2014, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 12:15
JESI - "E' stato un momento di debolezza, s vero ci sono andato un paio di volte, ma non ditelo a mia moglie, vi prego..non mi rovinate". Suona come un penoso mantra l'ammissione di molti dei clienti di Nina, la lucciola che riceveva in centro. Una decina di uomini sono stati sentiti dagli agenti del Commissariato di Jesi, titolari dell'inchiesta e che insieme alla Squadra mobile della Procura di Ancona diretta da Giorgio Di Munno stanno vagliando altre ipotesi di reato collegate a questa situazione di degrado nel cuore della città. Le indagini si stanno allargando a livello provinciale, altri casi sono tenuti sotto controllo. Nessuno sconto, nessuna tolleranza.

I clienti sfilano in commissariato, tra l'imbarazzo e la paura delle conseguenze. "Una scappatella, solo una scappatella perché le cose con mia moglie non andavano bene ultimamente, c'erano incomprensioni", ha detto uno dei sentiti, mentre fa eco un altro professionista che sapendo di non incappare in alcuna sanzione chiede: "Ma che male c'è?".



Gli agenti del commissariato continuano le indagini nel più stretto riserbo, nessuna sanzione sarà applicata ai clienti come prevede la legge, ma tracciare un elenco dei frequentatori potrebbe aiutare a far capire la portata del fenomeno ed eventuali connivenze, facendo emergere casi di sfruttamento.

In seguito alle perquisizioni i poliziotti hanno appurato che nella casa squillo lavorava solo la squillo, la quale dopo lo scandalo ha fatto armi e bagagli per trasferirsi al nord.



L’altra presenza femminile della storia, che le aveva passato abitazione e lista dei clienti è stata denunciata. L'allerta resta comunque alta, tanto che in commissariato è stata istituita una squadra speciale della buoncostume.
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