Chiaravalle: i carabinieri in Comune
per il chiostro, acquisiti documenti

Chiaravalle: i carabinieri in Comune per il chiostro, acquisiti documenti
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Lunedì 3 Agosto 2015, 21:42 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 20:45
CHIARAVALLE - Blitz dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona e dei colleghi della stazione di Chiaravalle in Municipio, ieri mattina alle 9 con un decreto del Pm Paolo Gubinelli di esibizione della documentazione del 2010 sul chiostro. In particolare, l’attenzione è puntata su quelle procedure con cui l'amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Daniela Montali nel 2010 trasformando la qualifica giuridica dell'area del chiostro dell’abbazia (da “indisponibile” a “disponibile”, cessione perfezionata a novembre 2012) e omettendo il vincolo di “destinazione pubblica” del chiostro stesso, ha deliberato la costituzione del diritto di superficie per 99 anni a favore della parrocchia di Santa Maria in Castagnola. I militari su ordine della Procura stanno cercando di capire dunque se il Consiglio comunale abbia ignorato il contenuto del resoconto di tutti i passaggi storici che avevano portato all'acquisto del chiostro, compreso quel vincolo dato dalla legge sulla “destinazione pubblica” del bene. Pertanto, il Comune non avrebbe potuto disporre della cessione alla parrocchia. Relativamente al chiostro - luogo di notevole interesse storico - va sottolineato anche che la Soprintendenza aveva concesso il nullaosta alla costituzione del diritto di superficie a favore della parrocchia in base alla delibera di giunta del 21 maggio 2010 nella quale però, come detto, si ometteva il vincolo di destinazione 'pubblica' imposto da una legge statale. "Dettaglio" che magari, se fosse stato riportato nel contenuto della delibera, avrebbe messo la competente autorità dei Beni Culturali e Paesaggistici nella condizione di non concedere quel diritto di superficie.

A seguito dell’autorizzazione e ignorando dunque sia la legge di trasferimento dell’immobile e di conseguenza anche l’immodificabilità del vincolo di destinazione “pubblico” del bene poi ceduto, il Comune nel novembre 2012 acquisiva la superficie dell'Orto del Prete (2.000 metri quadrati non edificabili e del valore di 91.000 euro circa) cedendo un parte del chiostro abbaziale (800 metri quadrati di chiostro millenario del valore di 884.000 euro). Ora la Procura vuole capire se lo scambio fosse sproporzionato, sia per la stima erariale dei beni che per la diversa classificazione. Dopo la delibera di acquisizione dell’Orto del Prete la Giunta Montali ha stipulato l’atto pubblico di acquisizione (2012) e solo quattro giorni prima dell’insediamento del Commissario Prefettizio ha adottato la variante al Prg del centro storico che si rivolgeva proprio all’area ex Cral (zona confinante con l’Orto del Frate). Un quadro storico-amministrativo piuttosto complesso su cui i Carabinieri vogliono far luce. Intanto la Procura della Repubblica di Ancona ha aperto un procedimento per abuso d’ufficio ad opera di ignoti per il cambio di qualifica giuridica dell’area del Chiostro.

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