La beffa delle case vacanza fantasma
Sgominata la holding della truffa

La beffa delle case vacanza fantasma Sgominata la holding della truffa
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Sabato 10 Maggio 2014, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 12:31
NUMANA - I carabinieri hanno scovato la banda specializzata nella truffa delle case vacanza fantasma I Carabinieri di Numana con i colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia di Osimo, hanno smantellato un’associazione a delinquere, a conclusione di una complessa attività di indagine lunga cinque mesi contro il fenomeno delle truffe tramite internet. E' stata sgominata una organizzatissima banda di specialisti in grado di falsificare inserzioni e contratti commerciali, ai danni di migliaia di ignari cittadini. L’associazione criminale, che operava oltre che nelle Marche, anche in Piemonte, in Umbria e nel Lazio, era composta da nove persone: due sono state sottoposte a fermo di polizia giudiziaria, le altre sette, tra cui una cittadina albanese, sono state invece deferite in stato di libertà. Ad insospettire i Carabinieri nello scorso agosto, fu l’approfondimento su alcuni annunci mendaci pubblicati su noti siti web, specializzati nelle contrattazioni commerciali. In particolare venivano fittiziamente locate inesistenti abitazioni per il periodo estivo nel centro turitico di Numana. Dalle truffe portate a termine, la banda riusciva a incassare, per le sole trattazioni immobiliari, seimila euro quali anticipi versati sulle carte di credito prepagate, raggirando circa una ventina di persone. I due fermati, entrambi di Pedaso, considerati le menti ed i capi dell’organizzazione, sono accusati di truffa, frode informatica, falsità materiale in scrittura privata, uso d’atto falso, sostituzione di persona in concorso e continuati. Sono state denunciate per gli stessi reati altre tre persone. I soggetti convolti nell'inchiesta hanno achitettato un’ulteriore raffinata truffa, fingendosi dipendenti di una società di energia elettrica, redigendo circa 3.700 nuovi contratti a carico di altrettanti ignari utenti residenti in Piemonte ed in Umbria. Il raggiro consentiva di incassare provvigioni per un importo di oltre 326 mila euro. Gli inquirenti contestano anche la tentata estorsione per le minacce ai danni del legale rappresentante della Società di energia, al fine di costringerlo ad autorizzare comunque il pagamento delle provvigioni degli ultimi contratti stipulati, da questi interrotto dopo aver sospettato la truffa.
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