Aperta una doppia inchiesta
sul blackout all'ospedale

Aperta una doppia inchiesta sul blackout all'ospedale
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Sabato 30 Agosto 2014, 23:35 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 16:47
ANCONA - Una doppia inchiesta stata aperta sul blackout che ha lasciato al buio l'ospedale regionale di Torrette nella notte tra gioved e venerd. Già venerdì mattina la direzione ospedaliera aveva incaricato una commissione di inchiesta di far luce sul blackout, ma a questi accertamenti interni si sommeranno le indagini dei carabinieri del Nas, affiancati dai colleghi della Compagnia di Ancona.

Gli accertamenti del Nucleo antisofisticazioni dell’Arma mirano a chiarire che cos’ha innescato il blackout, perché è andato in avaria il gruppo di continuità che con quattro macchinari alimenta la Rianimazione e il Pronto soccorso e soprattutto cosa non ha funzionato nel sistema supplementare a gasolio, se è vero che (come pare da una prima ricostruzione) le cisterne si sono svuotate dopo neanche mezz’ora. Erano rifornite a dovere? Ieri il direttore generale degli Ospedali Riuniti Paolo Galassi precisava che "la quantità di gasolio contenuta nei serbatoi era quella stabilita dal piano di emergenza". Ma per chiarire questo snodo cruciale dell’inchiesta i carabinieri acquisiranno i dati ufficiali dei rifornimenti garantiti dalle cisterne dei vigili del fuoco: quanto gasolio hanno portato, a che ora esatta si erano esaurite le scorte dell’ospedale. Se dovesse emergere che le cisterne non erano piene, o che qualche altro protocollo del piano di emergenza è stato violato, si potrebbe ipotizzare il reato di interruzione di pubblico servizio. Ma è solo un’ipotesi astratta, perché in questo frangente agli investigatori, così come alla direzione ospedaliera, interessa soprattutto fare in modo che l’inconveniente non si ripeta più.

I primi a gestire l'emergenza qualche minuto dopo le 22 sono stati i sorveglianti che si sono trovati tra le mani una situazione a dir poco irreale. In alcuni reparti, secondo alcune testimonianze, le porte antincendio si sarebbero bloccate (circostanza che se confermata potrebbe interessare i carabinieri della sanità) così come le luci di emergenza e gli ascensori. Due gli impianti rimasti attivi: quello riservato al personale e quello del blocco operatorio. Impossibile comunicare con i reparti via telefono visto che anche la centralina dell'ospedale era andata in tilt proprio a causa della mancanza di energia elettrica. Le prime comunicazioni sono state effettuate con i cellulari privati degli stessi sorveglianti che con le lucine dei display hanno iniziato a girare per l'ospedale proprio per aprire porte e vie di comunicazione con i vari reparti.

La mancanza di corrente ha fatto partire i due gruppi elettrogeni. L'impianto nei pressi della mensa dopo 20 minuti ha smesso di funzionare. Solo l'intervento della Prefettura, dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile ha scongiurato il peggio. Attorno alle 23 a Torrette sono arrivati quasi 2000 litri di gasolio, grazie anche alla vicinanza con la raffineria Api. In molti reparti si sono vissuti attimi di paura, soprattutto al Pronto soccorso e alla Rianimazione dove il personale è stato costretto a ventilare a mano, con il palloncino di Ambu, i pazienti intubati che fino a qualche istante prima respiravano grazie ai macchinari. Difficoltà anche al Pronto soccorso, dove medici e infermieri per diversi minuti sono rimasti al buio poi lentamente la situazione è tornata alla normalità anche se la corrente andava e veniva. Anche in questo reparto alcuni pazienti intubati sono stati assistiti manualmente anche per il fatto che le batterie di alcuni strumenti dopo qualche decina di minuti hanno smesso di funzionare. Quando si stava preparando una evacuazione del reparto l'energia elettrica è tornata.

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