ANCONA - Un cippo era rotolato giù nella scarpata.
L’altro pare sia stato danneggiato da un mezzo spazzaneve, nell’ultima grossa nevicata negli anni addietro. E ora che l’amministrazione aveva finalmente deciso di ridare dignità alle due steli, e di ridare rispetto alla storia, qualcuno ha pensato di rubare la foto di uno dei due partigiani. Uno sfregio incredibile, che si fa difficoltà anche a spiegare.
È accaduto una decina di giorni fa, appena gli uomini del Comune hanno riposizionato i due cippi sulla strada per il suggestivo castello di Sappanico.
L’altro, che ricorda Etles Rotondi, è integro, ma a questo punto privo della foto. Non è solo scomparsa l’immagine, ma è stato asportato l’intero blocco dove l’immagine era contenuta.
Mastrorilli aveva 28 anni, Rotondi ne aveva 23. Erano originari di Lugo, avieri in licenza che avevano deciso di aiutare un loro concittadino che voleva raggiungere un gruppo partigiano proprio di Ancona. Furono individuati da militari fascisti e tedeschi e uccisi lungo la strada che porta al castello di Sappanico. Nello stesso giorno, uno dopo l’altro.
Domani mattina, a una manciata di giorni dal 25 Aprile, l’amministrazione terrà una cerimonia di commemorazione dei due partigiani trucidati a Sappanico il 30 giugno del 1944. E lì si trovano i cippi.
Il Comune ha riposizionato le steli, ripulendole, ma restano spoglie, nella nuda terra a bordo strada della frazione. “Una scelta voluta”, sottolinea l’assessore Stefano Foresi, in attesa di dare il maggior decoro possibile a questo segno della memoria anconetana e di cuore per la patria.
“Mi sono già impegnato con le famiglie - aggiunge Foresi -. La foto di Rotondi verrà riposizionata: è stata rubata una decina di giorni fa, appena rimesso in posizione il cippo. E abbiamo intenzione di realizzare una stele per Mastrorilli, per rimetterla esattamente dov’era. Dopo l’approvazione del bilancio si procederà con l’intervento, anche se i tempi sono legati al parere della Soprintendenza”.
Intanto, ci hanno pensato gli studenti della scuola media di Montesicuro, a ridare dignità a uomini e storia. I ragazzi hanno studiato e ricostruito la vicenda. E domani mattina la narreranno, in un senso anche di appartenenza alla frazione, tra frazioni. Perché la storia e le storie di Gorizio e di Etles sono storia e storie di tutti noi.