Ancona, parenti e amici salutano
il bodyguard suicida per il figlio

Ancona, parenti e amici salutano il bodyguard suicida per il figlio
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Lunedì 3 Agosto 2015, 21:48 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 20:47
ANCONA - Una trentina di persone per lo più parenti ed amici ieri pomeriggio hanno partecipato al funerale di Francesco Di Leo il papà di 42 anni che si è dato fuoco nei locali del Tribunale dei Minori nel pomeriggio di venerdì. Funzione che si è tenuta nella cappella della camera mortuaria dell'ospedale Regionale di Torrette. Alla cerimonia non era presente la moglie una badante di origini straniere né tantomeno il bambino di 8 anni. Originario delle Puglie, Francesco di professione bodyguard da tempo era residente a Pesaro. Un ragazzo da tutti definito mito e tranquillo che la vita purtroppo gli ha messo di fronte una serie di ostacoli che in qualche maniera hanno finito con il minare una personalità a volte fragile. Negli ultimi periodi questo gigante dal cuore d'oro si era attaccato sempre più al figlio di 8 anni proprio per il timore di un provvedimento di allontanamento in una struttura protetta da parte del Tribunale dei Minori. Una situazione che è precipitata negli ultimi due mesi in particolare dopo il 26 di Giugno quando l'uomo ha tentato di togliersi la vita ingerendo una miscela di farmaci. Da lì in poi la decisione del Tribunale di aprire una pratica per un eventuale collocazione del minore in una struttura protetta. Una volta dimesso dall'ospedale di Pesaro Di Leo ha iniziato a convivere con questa ipotesi che sarebbe stata poi discussa dallo stesso Tribunale dei Minori di Ancona il prossimo 18 agosto.

Il resto è storia dei nostri giorni con il gesto disperato di venerdi pomeriggio proprio nei locali del Tribunale in via delle Cavorchie ad Ancona dove il Di Leo dopo essersi rovesciato addosso del liquido infiammabile si è dato fuoco. Dopo 48 ore di agonia domenica mattina il decesso all'ospedale Regionale di Torrette. Una tragedia che secondo alcuni colleghi di lavoro poteva essere evitata: "Dopo il gesto tentato a fine giugno, Francesco andava seguito forse con più attenzione. Troppo fragile per sopportare il distacco dal figlio anche se nulla era stato ancora deciso. Era chiaro a tutti che con i suoi problemi non sarebbe stato in grado di affrontare questa situazione". A ricordare Francesco Di Leo anche un volontario della Croce Gialla che venerdi faceva parte dell'equipaggio che ha soccorso l'uomo: " Abbiamo lavorato insieme diverse volte nei locali da ballo della riviera romagnola.Francesco era un bravo ragazzo". In mattinata la salma di Francesco Di Leo sarà trasportata dall'impresa funebre Mangialardo al cimitero di Capurso in provincia di Bari.
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