Artiturismo: è tempo di una legge per l’artigianato nel settore turismo. Si è aperto su queste pagine un dibattito variegato sul futuro del turismo nella nostra regione, tra hub infrastrutturali e promozione nei mercati, e penso che mai come in questo momento la situazione sia ottimale per far fare al territorio quel salto di qualità che proietterà le Marche tra le mete più ambite per l’accoglienza virtuosa.
Le premesse ci sono tutte. In realtà, la strada era già stata aperta sul finire nel 2019, quando le Marche si scoprirono “terra da visitare” nella top ten della popolarissima guida Lonely Planet. Poi c’è stato il Covid. L’epidemia ha frenato l’economia turistica e flagellato le nostre imprese, ma nella crisi cerchiamo anche di vedere una piccolissima nota positiva: lo stop ai voli internazionali ha spinto per due anni abbondanti gli italiani a brevi vacanze alla scoperta del Belpaese. E le Marche, con le sue bellezze, sono state gettonatissime. Perché? Perché, dopo un’interminabile fase al chiuso, tra mascherine e distanziamenti, abbiamo tutti sentito il bisogno di vivere nuove esperienze da protagonisti, in luoghi autentici e con persone genuine. Dove scoprirsi, insomma, parte di una comunità.
Le vacanze oggi si vivono intensamente e questo cambio di rotta è dimostrato nel rapporto di Banca Ifis e Federturismo, che spiega come, a livello globale, il 70% dei turisti inserisce nel proprio viaggio escursioni, avventure estreme o altre attività in aggiunta al solo soggiorno “base”. C’è una crescita considerevole nell’economia esperienziale, con un incremento del 15% della spesa a vacanza, con la voce passata da 194 a 224 euro a turista. Una bella fetta.
Nelle esperienze, le Marche sono imbattibili, perché riescono a rispondere anche ad un’altra richiesta: quella di viaggi undertourist. È ormai in viso a tutti che ci sono città che soffrono di overtourism, luoghi in cui il numero di turisti supera quello degli abitanti, con conseguenze inevitabili sulla qualità dell’accoglienza, del soggiorno e, più in generale, sulla conservazione dei territori. È il caso di Venezia, che sta studiando delle soluzioni a questa problematica tanto da arrivare al discusso ticket d’ingresso.
Il fenomeno spinge allora alla ricerca di destinazioni sostenibili e lontane dal turismo di massa, ci muove alla scoperta e alla meraviglia.
Come? Con una legge sull’artiturismo. Con questo termine identifico possibili attività di ricettività e ospitalità esercitate dagli imprenditori artigiani - di cui all’art. 2083 del Codice civile - anche nella forma di società di capitali o di persone, oppure associati fra loro. L’imprenditore artigiano, in sostanza, potrebbe aprire un artiturismo con l’intenzione di offrire ospitalità, organizzare degustazioni di prodotti locali o promuovere attività didattiche nei lavoratori artigiani. Ma non solo. I vantaggi sono per tutta la comunità. L’artiturismo, utilizzando edifici o parte di essi già esistenti nell’impresa artigiana, tutelerebbe le risorse di ciascun territorio, favorendo l’economia e l’occupazione con l’incentivazione delle produzioni tipiche e locali. Ma, cosa non da poco, punterebbe al recupero del patrimonio edilizio locale, favorendo il rilancio dei centri storici e dei siti artigiani con particolare accento sulle zone del nostro entroterra, che, come sappiamo, stanno vivendo un delicato momento legato alla ricostruzione post-sisma (e qui si aprirebbe una grande parentesi sull’opportunità per la ripartenza di queste zone).
Preservare la cultura dell’artigianato, della manualità e creatività, e, allo stesso tempo, conservare i luoghi a noi più cari. L’esempio da guardare, allora, è ai circa 25mila agriturismi italiani, che potrebbero proprio essere messi a sistema con gli artiturismi per diventare una forma capillare di ospitalità diffusa e al servizio di nuove forme di eco-turismo esperienziale. Concludo dicendo che con un provvedimento del genere l’artigianato diventerebbe uno dei protagonisti del settore turistico, con una giusta e meritata identità e un ruolo focale nello sviluppo delle comunità.
* Segretario Generale Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo