MACERATA «Stop agli accordi tra Unimc e Israele». È quanto è tornato a chiedere il collettivo Depangher lunedì mattina, durante un incontro del Global Pandemic Network in corso nella facoltà di Scienze Politiche, alla Loggia del grano. I manifestanti hanno portato uno striscione contro il genocidio, distribuito volantini e ribadito la loro contrarietà agli accordi tra l’ateneo maceratese e quello israeliano.
La posizione
«Il collettivo Depangher - scrive il gruppo in una nota - ha interrotto l’incontro alla facoltà di Scienze politiche che aveva come ospiti, tra gli altri, rappresentanti dell’università israeliana Bar-Ilan».
Dopo aver espresso la loro posizione, i manifestanti hanno ripreso lo striscione e sono usciti dall’aula. All’incontro - quinta conferenza internazionale del Global Pandemic Network - una rete di studiosi provenienti da Università di tutto il mondo che mira a promuovere un dibattito aperto sugli aspetti legali, economici e sociali associati alle pandemie e collegati non solo all'emergenza, ma anche alle fasi precauzionali e di ripresa. Il tema discusso One Health, ha posto all'attenzione l'urgenza di definire politiche integrate per la salute umana, animale e ambientale nell'era della crisi ecologica.
I relatori
Tra i relatori anche la docente di Unimc, Elisa Scotti, componente del comitato direttivo e tra i fondatori del Global Pandemic Network, che dopo l’intervento dei manifestanti ha replicato: «Hanno espresso pacificamente il loro pensiero. Un pensiero che accogliamo e ascoltiamo con attenzione in questo momento particolarmente difficile. Ma non possiamo condividere: le Università sono un baluardo di libertà, in qualsiasi Paese e regime: sono le istituzioni più libere che ospitano il pensiero più aperto e critico di ogni società anche rispetto all’operato dei governi. Un conto è collaborare per costruire armi - precisa - un altro è collaborare in ogni altro ambito: le Università sono istituzioni plurali, hanno gli anticorpi, gli accademici sono teste pensanti, in grado di capire dove è opportuno indirizzare la ricerca. "L'arte e la scienza sono libere e libero è l'insegnamento" è scritto nella nostra Costituzione che garantisce l'autonomia delle università e delle istituzioni di cultura. Soffocare la ricerca per qualsiasi ragione è un grave rischio e un pericoloso precedente».