Mano tranciata dalla segaossi elettrica: i maghi del bisturi gliela reimpiantano

Incidente bis per un macellaio di Osimo, operato sempre da Pangrazi a Torrette: «Le cose non accadono per caso»

Mano tranciata dalla segaossi elettrica: i maghi del bisturi gliela reimpiantano
Mano tranciata dalla segaossi elettrica: i maghi del bisturi gliela reimpiantano
di Talita Frezzi
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Giovedì 16 Maggio 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 08:40

ANCONA Nel 2022 aveva rischiato di perdere il pollice sinistro, per un incidente sul lavoro nella sua macelleria. Il dito gli era stato reimpiantato dopo un difficilissimo intervento chirurgico che ha richiesto l’utilizzo dell’arteria e di una parte del tessuto dell’avambraccio. In questi giorni Daniele Duca, titolare della “Macelleria Daniele” in via Marco Polo a Osimo, avrebbe dovuto sottoporsi a un trattamento per modellare il pollice operato, ma la sfortuna gli ha giocato un brutto tiro.

Lo choc

Martedì pomeriggio, mentre lavorava nella sua macelleria con una segaossi elettrica si è quasi amputato una mano. La stessa mano sinistra di due anni prima. Ed è stato lo stesso medico a operarlo: il dottor Pier Paolo Pangrazi del Sod Chirurgia Ricostruttiva e Chirurgia della Mano dell’ospedale di Torrette, diretto dal professor Michele Riccio. Il dottor Pangrazi gli ha salvato l’arto che «si presentava quasi totalmente amputato, con un quinto di pelle rimasta, denervato e devascolarizzato».

Una situazione difficilissima. Il paziente è entrato in sala operatoria martedì sera alle 21,30 e ne è uscito verso le 4 di mattina. La prognosi è riservata dal punto di vista locale, dopo l’intervento servono 4-5 giorni per monitorare la situazione e l’insorgere di complicanze post-operatorie.

«Ma al momento possiamo dire che l’intervento è pienamente riuscito – spiega il dottor Pangrazi – abbiamo riattaccato 24 tendini (ne era rimasto solo 1 attaccato) per restituire la funzionalità dell’arto, abbiamo riattaccato tutti i nervi, il radiale, il mediano e l’ulnare, che sono deputati alla sensibilità e al movimento.

Abbiamo anche operato sulla rivascolarizzazione dell’arteria che porta sangue alle dita della mano». Fondamentale il lavoro del team in sala operatoria: accanto al dottor Pangrazi che ha coordinato l’operazione, c’erano i medici specializzandi Anna Maria Monachino e Cesare Faggetti, l’anestesista Francesca Mocchegiani e la validissima équipe di infermieri.

Il paziente ha perso circa 1 litro di sangue, ma già ieri era in grado di parlare e il primo pensiero una volta uscito dalla sala operatoria, è andato alla moglie e al grandissimo spavento. Poi, al dottor Pangrazi. «Le cose, belle e brutte che siano, non accadono per caso – racconta Daniele dal letto d’ospedale – averlo trovato in sala operatoria, per la seconda volta, è stata una fortuna per me. Lo ringrazio davvero…». È ancora sotto choc, molto provato, e ripercorre quei terribili istanti. «Non ricordo nitidamente, so che ero da solo in quel momento in macelleria, stavo usando una segaossi a nastro e improvvisamente ho provato un dolore lancinante. Ho visto la mano che penzolava, semi staccata e tanto sangue».

Il racconto

Continua: «Mi sono letteralmente piegato in due dal dolore e la prima cosa che mi è venuta in mente, è stata legare lo spago che uso per la porchetta all’avambraccio per fermare l’emorragia: una nozione che avevo imparato al corso di primo soccorso organizzato dall’agenzia Pro System srl. Poi sono riuscito a lanciare l’allarme al 112 avendo installato l’sos sul mio cellulare…ora se ci ripenso, ricordo solo un dolore enorme e tantissima paura».

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