Carabiniere arrestato per estorsione: il Gip concede gli arresti domiciliari

Carabiniere arrestato per estorsione: il Gip concede gli arresti domiciliari
Carabiniere arrestato per estorsione: il Gip concede gli arresti domiciliari
di Benedetta Lombo
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Domenica 12 Maggio 2024, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10:37

MACERATA È durata più di due ore ieri l’udienza di convalida dell’arresto del carabiniere 49enne finito in manette mercoledì scorso per estorsione. Il militare, collegato dal carcere di Marino del Tronto dove era in isolamento dal giorno dell’arresto, ha fornito al Gip Claudio Bonifazi la propria versione dei fatti. Ad assisterlo, in collegamento dal proprio studio, l’avvocato Simone Mancini del foro di Fermo (il militare che vive nel Maceratese lavora nel Fermano, ndr). All’udienza hanno preso parte anche i pubblici ministeri Claudio Rastrelli ed Enrico Barbieri, il Gip ha convalidato l’arresto poi, in merito alla misura da applicare, accogliendo la richiesta del difensore, ha disposto la scarcerazione del carabiniere e l’applicazione della misura meno afflittiva della detenzione domiciliare.

I particolari

Nulla è trapelato su cosa il militare abbia riferito al giudice, di «misura più adeguata ai fatti accaduti» ha invece parlato l’avvocato Mancini che ha poi aggiunto: «Gli stessi, secondo la mia opinione, necessitano di una attenta valutazione».

Intanto sono in corso gli accertamenti degli agenti della Squadra Mobile di Macerata guidata dal commissario capo Anna Moffa sul telefono cellulare del carabiniere e sui due computer a lui in uso sequestrati per verificare se in essi sia contenuto materiale utile alle indagini.

I fatti finiti ieri all’attenzione del giudice per le indagini preliminari chiamato ad esprimersi sulla convalida dell’arresto e a decidere su quale misura fosse la più idonea da applicare, risalgono alla scorsa settimana quando due sorelle trentenni che vivono in un comune dell’entroterra maceratese avevano riferito ai propri avvocati, i legali Andrea Netti e Valentina Romagnoli, di essere state vittime di un’estorsione hard da parte di un loro parente carabiniere. I legali consigliarono alle giovani di recarsi in questura per denunciare i fatti direttamente alla polizia e così è successo.

Venerdì della scorsa settimana le giovani sono andate in questura per raccontare l’accaduto: il militare (che vive in un altro comune della provincia di Macerata) le avrebbe contattate dicendo di aver trovato su Internet delle loro foto compromettenti. Avrebbe descritto le foto per poi proporsi per cancellarle definitivamente dal web. Alle sorelle il 49enne avrebbe però detto che la procedura di rimozione sarebbe costata 2.000 euro a testa e per convincerle avrebbe inviato loro le foto in questione. Le giovani, che fino a quel momento avevano negato la possibilità che fossero davvero loro foto senza veli perché non ne avevano mai fatte, quando videro gli scatti ebbero la conferma (neppure necessaria) che si trattava di fotomontaggi: i volti erano quelli originali, i corpi invece appartenevano ad altre donne. Da quanto emerso il militare avrebbe insistito sottolineando il fatto che dai volti fossero comunque riconoscibili e che probabilmente non fosse neanche così immediato che si trattasse di un fotomontaggio.

Il racconto

Raccontato tutto questo alla polizia gli agenti prima le avevano tranquillizzate poi avevano suggerito come uscire da quella storia. Una delle due sorelle avrebbe dovuto contattare il carabiniere dicendo di essersi convinta a far rimuovere quelle foto anche se erano tarocche, e di voler pagare la somma richiesta.

Così aveva quindi fatto dando appuntamento al militare mercoledì (scorso) mattina a casa di lei. Ma sul luogo dell’incontro erano appostati anche i poliziotti che sono entrati in azione subito dopo la consegna del denaro. «In questo momento siamo concentrati sulla tutela delle ragazze, ancora piuttosto provate dalla situazione, tenuto anche conto delle implicazioni che ci sono dal punto di vista familiare - affermano i legali Netti e Romagnoli -. Prendiamo atto delle decisioni del giudice e non appena avremo accesso al fascicolo faremo le valutazioni complete».

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